Gli alunni plusdotati sono alunni con Bisogni educativi Speciali (BES).
A effettuare questo riconoscimento è il Miur, che in Italia è valido, secondo le stime, per almeno l'8 per cento degli alunni di tutta la popolazione scolastica.
Questi alunni non sono semplicemente più intelligenti di altri, anche se il loro quoziente intellettivo a volte può superare i 130 punti.
Questi bambini e ragazzi sono molto particolari e possono manifestare una forma di disagio in classe e con i compagni che va affrontata. Non è detto infatti che essere plusdotati significhi essere ben inseriti a scuola.
Serve dunque un test specifico per riconoscere questo tipo di alunni, anche se è possibile riconoscerli da alcune caratteristiche, ad esempio:
l'alunno è molto curioso, fa molte domande agli insegnanti, a volte ha idee fuori dagli schemi e originali;
osserva attentamente qualunque cosa;
ha ottime capacità di memoria;
pratica molta autocritica.
Spesso i bambini e ragazzi con un'elevata intelligenza possono presentare vari problemi, per sé e per gli altri.
A volte può decidere di non manifestare le sue capacità per integrarsi meglio nel gruppo e quindi non farsi notare.
Oppure può far sfociare il tutto in comportamenti di iperattività o avere difficoltà di apprendimento.
Sono anni in realtà che i genitori di questi ragazzi hanno cercato di far valere i propri diritti e hanno combattuto per un riconoscimento adeguato dei loro bisogni.
Con la nota 562 del 3 aprile 2019 del Miur, è stato riconosciuto che le scuole che hanno inserito gli alunni plusdotati tra i BES si sono comportate in maniera corretta, e questo è un riconoscimento molto importante.
È loro diritto dunque avere dei piani di studio personalizzati, per valorizzare al meglio le caratteristiche e peculiarità di ogni studente.
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