I numeri sono impressionanti: in questo momento circa 777 milioni di alunne e alunni non stanno andando a scuola o all'università.
A porre l'attenzione sul fenomeno è l'Unesco, l'organizzazione dell'Onu che si occupa di educazione e cultura nel mondo.
Per la prima volta, dopo tre secoli di educazione e alfabetizzazione, tutto è fermo. Sono 85 le nazioni che hanno fermato l'attività didattica altre 15 hanno blocchi parziali.
L'unico continente senza blocchi è per ora l'Oceania.
Dopo la Cina, è stata l'Italia ad aver chiuso tutte le scuole sul territorio per fermare il contagio da coronavirus: più di 9 milioni di studenti hanno lasciato le aule per iniziare a studiare grazie all'ausilio della didattica online. Da ieri il divieto è stato esteso anche a personale ATA, presidi e docenti, salvo “motivi indifferibili”.
Nonostante il contagio si sia pressoché fermato, a scopo precauzionale le scuole restano ancora chiuse: si parla di 223 milioni di giovani a casa.
Anche il Sudamerica ha chiuso le scuole in molti stati, e in America le scuole sono state chiuse in 20, in particolare a New York e in California. Chiuso anche in Medioriente, la Russia invece ha deciso per un blocco parziale.
Alcuni stati europei hanno chiuso tutto come l'Italia, ma si sono mossi tardi, ad esempio la Spagna e la Francia.
Per far fronte all'emergenza educativa, soprattutto nei paesi più poveri, Unesco ha annunciato una “global coalition” insieme a Microsoft e altri partner per incentivare le lezioni a distanza.
Per Stefania Giannini, ex-ministra dell'Istruzione, “è a serio rischio il diritto all'educazione”.
Ecco alcune piattaforme e studenti che si stanno utilizzando per la didattica a distanza:
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