Il Funzionamento Cognitivo Limite caratterizza gli alunni che non hanno un deficit cognitivo, ma che comunque non hanno un alto Quoziente Intellettivo, al limite dei livelli standard.
Il limite che definisce il ritardo mentale è un QI di 70 punti, e un'intelligenza normale si colloca tra i 90 e 110 punti.
Un punteggio che oscilla tra 70 e 85 pertanto può essere un sintomo di un Funzionamento Cognitivo Limite.
Prendiamo il caso di Sara: ha 8 anni e frequenta la terza elementare. Gli insegnanti dicono di lei che “è lenta, e bisogna spiegarle le cose più volte”.
Si applica nelle cose che fa e usa concetti che non richiedono particolari doti astrattive. Legge e scrive come un’alunna di seconda elementare con qualche difficoltà nella comprensione del testo scritto e nel mantenere l’attenzione costante.
Sara utilizza un linguaggio un po' povero per la sua età, quando le viene proposta qualche attività un po’ più complessa mostra segni di insofferenza, sbuffa, abbandona subito il compito e il suo solito sorriso. Il suo QI è di 76 punti.
I test per misurare il funzionamento cognitivo
Nella pratica clinica vengono utilizzati diversi strumenti per la misurazione dell’intelligenza. Si tratta di test costituiti da una serie di prove che vengono selezionate dopo studi di validazione condotti su ampi campioni di popolazione. Le prove così selezionate sono molto eterogenee per rispondere alle molteplici sfaccettature dell’intelligenza, concetto tutt’altro che riconducibile ad un’unica definizione.
Ci sono prove verbali, di ragionamento, di risoluzione di problemi pratici, di memoria e tutte, nel loro complesso, concorrono nel fornire un valore rappresentativo delle capacità intellettive generali. Alcuni tra i test più utilizzati sono le Scale di Wechsler.
Il funzionamento intellettivo limite è caratterizzato non soltanto da un valore numerico che lo identifica tramite la prestazione ad un test ma anche da una più o meno significativa limitazione del funzionamento adattivo.
Con il termine funzionamento adattivo vengono indicati tutti quei comportamenti che permettono ad un individuo di adattarsi al contesto in cui vive e di rispondere alle esigenze ambientali elaborando, analizzando e infine scegliendo la risposta comportamentale che risulti maggiormente adeguata.
Questa capacità è legata a diversi fattori, tra questi l’intelligenza assume un ruolo determinante. E’ evidente, pertanto, che quando il funzionamento intellettivo non è propriamente nella norma si possono avere carenze in ambiti quali l’autonomia personale, la comunicazione, la cura di se stessi, le abilità sociali, le abilità accademico-scolastiche, le abilità lavorative, la capacità di usare le risorse della comunità o le abilità relative alla gestione del tempo libero.
Il Funzionamento Cognitivo Limite
Sara dunque mostra qualche difficoltà a scuola, alcuni momenti di calo dell’attenzione, qualche comportamento oppositivo in determinate circostanze e un abbassamento della stima di sé che potrebbe anche trasformarsi in episodi depressivi.
Il quadro che ci si prospetta quando parliamo di funzionamento cognitivo limite è estremamente eterogeneo.
In alcuni casi, ciò che emerge è una ipoevoluzione nell’organizzazione cognitiva, immaturità psicoaffettiva e difficoltà ad acquisire un pensiero flessibile fondamentale per risolvere operazioni mentali complesse, a scuola come nella vita.
In altri casi invece, la compromissione maggiore può riguardare l’area del linguaggio, trasversale a tutti gli apprendimenti scolastici, a fronte di buone prestazioni in compiti e attività che richiedono velocità e precisione.
Una bambina come Sara dunque ha diversi piccoli problemi ma nessuno definito, e nessuno talmente grave da poter diagnosticare una qualche disabilità.
La pericolosità di questa situazione deriva dal fatto che molti professionisti potrebbero essere tentati dall’idea che “non vale la pena occuparsene”. In realtà, queste situazioni limite nascondono molte insidie e difficoltà; potrebbero, ad esempio, esporre il bambino all’insuccesso scolastico che, se frequente e protratto nel tempo, potrebbe contribuire alla formazione di una immagine stabile di se stessi come perdenti non solo a scuola ma estesa anche ad altri ambiti quali il gioco, il gruppo dei pari o la vita in generale.
Di solito, si è portati a pensare che crescendo, questi bambini tendano spontaneamente ad adattarsi alle richieste dell’ambiente e diventano degli adulti normali. E’ infatti vero che si tratta di lievi disturbi dell’intelligenza ma, proprio perché lievi, essi vengono frequentemente trascurati. Eppure, queste situazioni limite sono inaspettatamente frequenti e i bambini che presentano queste caratteristiche potrebbero avere un certo bisogno di essere aiutati. Ad esempio, l’abbassamento dell’autostima è un rischio sempre in agguato per questi bambini che sono comunque in grado di comprendere che non sempre riescono a fare le cose bene come gli altri.
L’acquisizione di abilità strategiche di pensiero, lo sviluppo della metacognizione, la conquista di una modalità operativa autonoma nelle attività didattiche o l’acquisizione di maggiore scurezza personale potrebbero essere solo alcuni dei traguardi che questi bambini, con il giusto supporto psicoterapeutico e/o riabilitativo, possono raggiungere con successo.
Gli alunni che presentano un Funzionamento Cognitivo Limite rientrano nella categoria dei Bisogni Educativi Speciali (BES).
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