Dal prossimo anno si attiveranno le nuove lauree professionalizzanti. La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha infatti firmato il decreto che dà il via libera ai nuovi percorsi che debutteranno il prossimo anno accademico.
Il provvedimento è il risultato finale del lavoro fatto nei mesi scorsi da un’apposita Cabina di regia convocata dalla Ministra e coordinata dal Sottosegretario Gabriele Toccafondi per armonizzare l’offerta formativa che sarà attivata dagli atenei - dedicata ai percorsi con ordini e collegi professionali - con quella degli ITS, gli Istituti tecnici superiori.
Le Università, anche se in carenza di alcuni requisiti, potranno ampliare la propria offerta formativa, ma solamente nel caso di atenei dove gli indicatori di sostenibilità economico-finanziaria risultino positivi.
“I corsi offerti dagli Atenei dovranno consentire alle studentesse e agli studenti una rapida qualificazione professionale. Si potranno creare partenariati con i collegi e gli ordini professionali per l’attivazione dei percorsi. Si tratta di una novità importante e molto attesa”, sottolinea Fedeli.
In particolare, le Università potranno attivare al massimo un corso di laurea di tipo professionalizzante per anno accademico da erogare in modalità tradizionale, dunque non on line. Il corso dovrà essere attivato in stretta collaborazione con il mondo del lavoro e definito in relazione a professioni comunque disciplinate a livello nazionale, a partire da quelle ordinistiche.
I percorsi formativi saranno sviluppati in collaborazione con gli ordini professionali. Nell’ambito delle convenzioni con gli ordini e i collegi professionali le Università potranno realizzare partenariati con le imprese. I corsi partiranno dal prossimo anno accademico. Sono previsti tirocini durante il percorso di laurea.
Come riportato da un articolo del Corriere, “a ottobre prossimo all'Università di Bologna e alla Federico II di Napoli partiranno con un corso di meccatronica (super-periti industriali), a Udine con tecnica edilizia (così si chiama la laurea per i geometri) e a Bolzano con un corso in ambito agroalimentare”.
“Potenzialmente - prosegue l'articolo - il bacino degli studenti è molto ampio: tutti coloro che decidono di non proseguire gli studi, e sono la metà dei diplomati soprattutto negli istituti tecnici, tutti coloro che vogliono iscriversi ad un albo - per i periti industriali dal 2021 la laurea sarà obbligatoria - e infine per quanti cercano un percorso più «pratico» rispetto alla laurea tradizionale”.
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