Ennesimo atto di pirateria informatica degli hacker di Anonymous. A riferirlo un articolo di Repubblica: “Questa volta le vittime sono 26 mila professori di scuola italiani di cui sono stati violati gli indirizzi di posta pubblicati, per puro sfregio, online insieme alle password di accesso. Come riferisce l’Agi, il bottino potrebbe essere frutto della violazione di pochi siti web e di un paio di forum di coordinamento della scuola. In molti casi gli indirizzi sono completi di username, password e telefono e almeno tre danno accesso a siti web gestiti con la piattaforma WordPress. Ci sono anche 200 indirizzi di personale amministrativo che tiene i rapporti col Miur per conto di singole università: Bocconi, Luiss, Roma 3, Università della Calabria, di Modena-Reggio Emilia e altre. E proprio a scuole, licei e istituti tecnici dell’Emilia Romagna appartengono molti profili con relative credenziali”.
Ad annunciare l’ennesima incursione sono stati gli Anonymous italiani che da qualche tempo si presentano con la sigla di Lulzsec Italia, per sottolineare il lato goliardico e irriverente delle loro azioni: «Lulz» è infatti un temine gergale per indicare le «grasse risate» (evoluzione gergale del più diffuso LOL, che sta appunto per «laughing out loud») e il divertimento in generale, accoppiato alla parola security in «LulzSec». In realtà, come rivendicato dal collettivo stesso in un duro messaggio rivolto alla ministra dell’Istruzione uscente Valeria Fedeli, il vero obiettivo politico di questa azione sarebbe l’alternanza scuola-lavoro che gli hacker definiscono una forma di sfruttamento mascherato degli studenti. Lulzsec si presenta come portavoce di un gruppo più ampio di hacker-attivisti che in Italia si riuniscono sotto la sigla «Anonymous»: fra questi gli hacker attivisti di AnonPlus, responsabili delle violazioni di Libero, il Giornale e del blog di Salvini di pochi giorni fa.