Alle sette e trenta di questa mattina già tante scuole in tutta Italia si sono chiuse per lo sciopero generale: una protesta nazionale, a sigle unite dei sindacati contro le "misure inaccettabili” previste dal Decreto Legge 36/22.
Anche se mancano pochi giorni alla fine dell’anno scolastico, sono scesi oggi in piazza docenti di tutta Italia per un sit in contro le novità introdotte dal Governo sul tema dell'istruzione. Come riporta RaiNews, "si tratta dal primo sciopero unitario del settore dal 2015: sindacati compatti contro i cambiamenti previsti sul tema della formazione, reclutamento, salario e carriera.
"Stiamo registrando la voglia di manifestare di una categoria troppe volte sacrificata e mortificata. In molte realtà si stanno organizzando manifestazioni di protesta. La piazza di Roma sarà solo il megafono di una mobilitazione che i sindacati unitariamente hanno organizzato e che i lavoratori stanno animando e facendo propria. Se le notizie che ci giungono saranno confermate, saranno loro i protagonisti" così ha dichiarato Pino Turi della Uil.
Ecco invece le accuse della segreteria generale CISL Scuola, Ivana Barbacci. "Il governo ha deciso di introdurre con un decreto legge il sistema di formazione destinato a pochi insegnanti senza finalità, senza qualità e senza uno scopo ben preciso", prosegue. "Sono previsti 11600 tagli personale nei prossimi anni che andranno a creare disagio in termini anche quelli che sono gli obiettivi del Pnrr non diminuendo il numero di alunni per classe", continua. "Ci sono 250 mila docenti precari che stanno svolgendo servizio da oltre 36 mesi e per queste persone non serve una sanatoria ma un percorso adeguato. E c'è poi il tema del rinnovo del contratto di 1 milione e 200 mila lavoratori che sono i meno pagati della pubblica amministrazione. Anche stavolta dopo le promesse non ci sono risposte adeguate", ha concluso Barbacci.
Per il coordinatore nazionale Rino Di Meglio della Gilda "c'è stato uno stanziamento di risorse offensivo, con un contratto scaduto, parliamo di 40-50 euro netti pro capite a fronte di un'inflazione al 7% che sta impoverendo la gente".
"Se tutto il fronte sindacale si ritrova a scioperare e a manifestare contro l'operato del Governo - commenta infine Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - da parte delle istituzioni e di chi gestisce le sorti della scuola almeno qualche dubbio dovrà sorgere. Pensare che la riforma di un settore chiave del Paese, quale è la scuola e chi vi lavora, debba piegarsi totalmente al volere dell'Europa, per via dei fondi vincolati del Pnrr, non può essere una giustificazione valida per approvare il DL 36, almeno nella parte che riguarda l'istruzione".
Di diverso avviso l'Anp, Associazione nazionale presidi: "Il ritornello è il solito: stabilizzare i precari, non considerando per nulla il diritto degli alunni ad avere insegnanti migliori, più preparati, più aggiornati", ha osserva Cristina Costarelli di Anp Lazio. "E si vuole evidentemente la distribuzione a pioggia di soldi per tutti. Non si vuol sentire parlare di merito e differenziazioni. Più soldi per tutti ha un sapore populista senza utilizzare gli aumenti per restituire efficienza e premialità", le ha fatto eco Mario Rusconi di Anp Roma.
"Ho voluto essere a Roma perché oggi é un momento delicato. È in corso, giustamente, un atto di espressione sindacale da parte dei docenti, che richiede che il ministro sia a Roma. Noi abbiamo tre riforme da fare - ha spiegato - e il nocciolo è che il sistema deve essere basato sul concetto di autonomia, che è la capacità di costruire dal basso un sistema nazionale". Per il ministro "serve una riflessione più generale sull'organizzazione della scuola che prevede due fine corsa a 14 e 18 anni e in mezzo un obbligo fino a 16 anni".
Il ministro è quindi entrato nel dettaglio dell'azione prevista dal Pnrr in merito alla scuola italiana: "Abbiamo 40 mila edifici scolastici in Italia. La sicurezza degli edifici coinvolge un Paese che per anni non ha investito: noi stiamo mettendo risorse importanti,12 miliardi con il Pnrr. Abbiamo messo poi 4 miliardi per asili nido e scuola infanzia; la nostra è una scuola che si espande e prende tutto il ciclo di vita delle persone. Con gli altri ministri ragioniamo insieme su un territorio in cui vi siano scuole sicure. Il sistema di Protezione civile diventa un alleato fondamentale, è un lavoro che deve essere sempre più rivolto alla prevenzione", ha proseguito il ministro Bianchi. “Stiamo vivendo una fase di grande passaggio: la pandemia, la stessa guerra, stanno cambiando la società”.
La mobilitazione era stata preannunciata già ai primi del mese. Quattro le richieste principali dei sindacati al governo.
La prima, stralciare dal decreto tutte le disposizioni che invadono il campo della contrattazione, dalla formazione agli aspetti economici e normativi che riguardano il rapporto di lavoro.
Quindi rivalutare nel nuovo contratto le retribuzioni: c’è l’esigenza, sottolineano, di avere più risorse nella legge di Bilancio e di rivedere un sistema che prema pochi.
In terza battuta, dare stabilità al lavoro e rafforzare gli organici invece che tagliarli, con un sistema di reclutamento che assicuri la copertura dei posti vacanti e preveda opportunità di stabilizzazione per i precari.
Da ultimo, riconoscere la professionalità di chi lavora nella scuola come risorsa fondamentale e, di conseguenza, anche mettere in sicurezza le scuole e ridurre gli alunni per classe.