I giovani, e soprattutto le ragazze, studiano materie informatiche in modo più interessato dopo il periodo della pandemia da Covid.
È questo quello che emerge da un focus, basato anche su un sondagio su un campione di oltre 900 studenti della Scuola superiore Freud di Milano.
Il presupposto dell'analisi è che il mercato del lavoro cerca in continuazione candidati con competenze informatiche, e dimostra di premiarli con percorsi di assunzione rapidi, presupposti contrattuali migliori rispetto alla media, e salari più alti.
Emerge che il 74% dei ragazzi di scuole medie e superiori mettono al primo posto la scelta dei percorsi formativi che trattino i linguaggi informatici.
La pandemia ha fatto sperimentare un importante uso della tecnologia per fini scolastici: una percentuale importante, oltre il 43% degli studenti dice di esserne rimasta influenzata e di voler sapere di coding, analisi dati, gestione di database e, per il 67%, soprattutto di creazioni di app.
"Questo orientamento è una conseguenza dell'uso della tecnologia che ha tenuto vicini nel periodo del Covid - spiega il direttore dell'Istituto, Daniele Nappo - i giovani hanno scoperto quanto l'informatica può essere stimolante e soddisfacente. Oltre 900 studenti tra i 14 e i 18 anni hanno spiegato come lo studio dell'informatica sia percepita diversamente dopo il periodo di allontanamento dalla scuola e sia diventato molto più interessante, piacevole e inserito sempre di più nelle scelte".
Il focus dimostra che le ragazze sono sempre più vicine a materie informatiche, superando di fatto uno stereotipo di genere, che descrive queste materie così come le professioni Ict, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, solo come maschili. Fra loro una percentuale molto alta, oltre l'81% del campione intervistato, dichiara di scegliere la scuola superiore e poi l'università perché il ventaglio di sbocchi lavorativi offerti dalle competenze informatiche è molto ampio.