Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ha parlato durante la cerimonia di apertura del "Festival della Comunicazione non ostile" a Trieste.
Fra i vari punti affrontati, ha spiegato di essersi impegnato anche per formare entro il 2025 ben 650 mila insegnanti sul mondo digitale.
“Dobbiamo formarli – ha spiegato – non solo all’uso del digitale, ma ad educare poi le persone ad un uso responsabile e critico del digitale“.
“Perché non possiamo avere il rischio di cadere dentro le trappole. Si dice ‘io navigo’ in Internet: metafora, ma cos’è l’altra metafora? io naufrago in internet. E sono tanti che naufragano", prosegue Patrizio Bianchi.
“Quando si ragiona solo per sigle cominciate a diffidare. Pnrr, vuol dire Piano nazionale di ripresa e poi c’è la parola magica ‘Rasilienza’, che è la capacità non soltanto di subire il colpo ma anche di reagire cambiando“, aggiunge Bianchi a proposito del piano del Pnrr.
Le digital skills o competenze digitali sono ormai diventate una qualifica indispensabile anche per il mondo dell'insegnamento. Ma cosa sono esattamente?
L’Unione Europea ha cercato di darne una definizione standard descrivendole come “abilità di base nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”.
Ciò significa ad esempio possedere l'abilità di saper accendere il computer e utilizzarlo per creare un documento, usare il programma di email, andare su Internet e fare una ricerca su Google; saper confrontare risultati, saper scaricare e inviare un documento; saper usare social network ma anche altri strumenti collaborativi, ad esempio condividere e lavorare un documento su Google Drive.
Le digital skills richieste nel mondo del lavoro però sono molto più vaste, e il digital gap, cioè il divario digitale, non sempre è così semplice da definire.
Le digital skills non sono tutte uguali. Possono essere divise tra di base, intermedie e avanzate.
Le competenze digitali di base hanno a che fare con l'alfabetizzazione digitale, ovvero con la capacità di utilizzare il computer o altri hardware e software per svolgere le normali attività quotidiane. Le competenze di base comprendono l’hardware (ad esempio l’uso della tastiera e l’uso del touch screen), software (ad esempio creazione di testi, gestione di file su computer portatili, gestione della privacy sui telefoni cellulari), e le operazioni di base online (ad esempio gestione e-mail, ricerca).
Le competenze intermedie consentono di utilizzare le tecnologie digitali in modo significativo e vantaggioso.
Queste competenze sono utili a lavoro, in quanto comprendono le competenze necessarie per svolgere funzioni connesse all’attività lavorativa, quali la pubblicazione di contenuti, la grafica digitale e il marketing digitale.
Una delle caratteristiche delle competenze intermedie è che diventano facilmente obsolete o si espandono per tener conto dei cambiamenti tecnologici.
Le competenze avanzate sono quelle richieste dagli specialisti nelle professioni delle ICT, come la programmazione informatica e la gestione di sistemi informatici.
A livello globale, ci saranno decine di milioni di posti di lavoro che richiederanno competenze digitali avanzate nei seguenti settori i prossimi anni: intelligenza artificiale (AI), big data, coding, cybersecurity, internet of things, sviluppo di applicazioni mobili.
Le competenze avanzate sono tipicamente acquisite attraverso l’istruzione formale avanzata, ma vi sono anche altri percorsi formativi. Le competenze digitali sono dunque varie e si evolvono rapidamente allo stesso ritmo della trasformazione digitale.