Quando i bambini hanno difficoltà specifiche con i numeri e la matematica potrebbe trattarsi di discalculia, ovvero un disturbo specifico di apprendimento del sistema dei numeri e del calcolo in assenza di lesioni neurologiche e di problemi cognitivi più generali.
Bisogna premettere subito che spesso la discalculia si presenta associata alla dislessia, ma in alcuni casi, anche se piuttosto rari, è un problema che si riscontra in modo isolato nei bambini.
Durante la decima edizione del convegno nazionale del Centro Risorse “DSA e scuola: risorse per l’apprendimento”, che si è tenuto a Prato lo scorso 10 novembre si è proprio parlato di discalculia.
Negli ultimi quattro anni le diagnosi per discalculia sono raddoppiate: in base alle ultime rilevazioni del Ministero per l'Istruzione relative all’anno scolastico 2016/2017, si evince che rispetto all’anno scolastico 2013/2014 i casi di discalculia sono passati da 33.257 a 62.877.
Con il termine discalculia non si intende fare riferimento alle difficoltà che in modo più o meno frequente vengono osservate nella comprensione di quella materia indubbiamente così affascinante, ma nello stesso tempo complessa, che è la matematica, ma a un vero e proprio DSA, disturbo specifico dell'apprendimento. Per saperne di più, è possibile iscriversi al Master DSA di primo livello sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento.
Per questo motivo, rifacendosi a quanto è stato esplicitato per la dislessia, è importante sottolineare che la discalculia si manifesta nonostante un'istruzione normale, un'intelligenza adeguata, un ambiente culturale e familiare favorevole.
Tale disturbo coinvolge, in particolare, l'acquisizione di abilità relativamente semplici, quali ad esempio la scrittura e la lettura dei numeri e il sistema del calcolo (come ad esempio la memorizzazione delle tabelline, l'esecuzione delle procedure di calcolo ecc.).
La discalculia viene suddivisa in primaria e secondaria:
- la discalculia primaria rappresenta il disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche;
- la discalculia secondaria si presenta associata ad altri problemi di apprendimento, quali la dislessia, la disgrafia, ecc. In queste situazioni ci si occuperà soprattutto del problema dislessia e della sua riabilitazione.
Bisogna intervenire all'origine del problema e non sul disturbo di calcolo in sé, che da solo non darebbe risultati soddisfacenti.
- difficoltà nell'identificare i numeri e scriverli, in particolare se sono lunghi con molte cifre;
- difficoltà nel riconoscere le unità che compongono un numero;
- difficoltà nell'identificare i rapporti fra le cifre all'interno di un numero;
- difficoltà nel saper scrivere numeri sotto dettatura;
- difficoltà nel numerare in senso progressivo ascendente e discendente;
- difficoltà nello svolgimento delle quattro operazioni matematiche;
- difficoltà nel cogliere nessi e relazioni matematiche;
- difficoltà nell'associare ad una certa quantità il numero corrispondente;
- difficoltà nell'imparare il significato dei segni (più, meno, per e diviso);
- difficoltà ad analizzare e riconoscere i dati che permettono la soluzione di un problema;
- difficoltà nell'apprendere le regole dei calcoli (prestito, riporto, incolonnamento, ecc.);
- difficoltà nell'apprendere semplici operazioni come ad esempio le tabelline, i cui risultati vengono ottenuti in modo automatico senza ricorrere a difficili procedure di calcolo;
- difficoltà di organizzazione spazio-temporale e visuo-spaziale;
- difficoltà di coordinazione motoria;
- difficoltà di svolgimento di compiti in sequenza.
Purtroppo, rispetto alla dislessia, si hanno meno conoscenze sulla discalculia e quindi anche per quanto riguarda la riabilitazione si hanno meno strumenti e possibilità di intervento. Si tratta di un campo di studi che deve ulteriormente ampliarsi, che ha bisogno quindi dell'implementazione di ulteriori ricerche e analisi.
In particolare è fondamentale che chi si occupa oggi di riabilitazione disponga di una diagnosi estremamente accurata del disturbo.
Naturalmente affinché l'intervento risulti efficace deve essere effettuato il più precocemente possibile; è importante potenziare non solo le capacità numeriche e di calcolo nel bambino ma anche le strategie compensative con cui poter affrontare in modo adeguato questo disturbo di apprendimento (come ad esempio uso della calcolatrice, della tavola pitagorica, del computer e di programmi appositi, ecc.). Inoltre l'intervento dovrà svilupparsi grazie a una rete di collaborazione che vede i centri specialistici, le famiglie e la scuola impegnate sullo stesso fronte.
La matematica è strutturata gerarchicamente
Quindi:
Procedere con gradualità ( senza saltare passaggi, passando al successivo solo quando l’alunno ha automatizzato il precedente);
Scomporre ogni operazione complessa (che richiede più abilità o competenze) in operazioni semplici;
Lavorare il più possibile concretamente o con riferimenti concreti;
Uso della tavola pitagorica, della calcolatrice, delle tabelle o quaderni con regole, mappe, schemi, esempi, ecc.
Compensare con l’orale le verifiche scritte che hanno voto negativo;
Per la geometria, non valutare come è eseguito il disegno geometrico;
Permettere l’uso di programmi per la risoluzione dei problemi.
Non si dovranno mai valutare le seguenti conoscenze/abilità:
memorizza gli argomenti trattati;
Colloca i concetti nello spazio;
Colloca i concetti nel tempo;
Stabilisce relazioni di tempo e di causa;
Ricava informazioni da grafici;
Conosce e usa la terminologia specifica;
Sa esporre con schema autoprodotto.
Si potranno invece valutare le seguenti conoscenze/abilità:
Conosce gli elementi essenziali;
Riconosce dati e concetti;
Utilizza dati e concetti;
Riferisce informazioni.
La valutazione deve prevedere:
lunghezza e tempi adeguati;
valutazione della comprensione e produzione in tempi diversi;
evidenziazione dei progressi.
In un alunno con DSA la valutazione contribuisce a far aumentare o diminuire l’autostima. La poca stima di sé porta immancabilmente all’insuccesso scolastico.
L’insuccesso scolastico rappresenta il primo passo verso la dispersione scolastica che si verifica nella scuola secondaria di secondo grado.
Mettere sotto ad ogni esercizio lo spazio necessario per lo svolgimento.
Ridurre gli esercizi.
Scegliere gli esercizi che provino la conoscenza dell’alunno, ed eliminare quelli in più.
Scrivere più grande con un interlinea di almeno 1,5 (spaziatura tra le righe).
Spiegare la consegna della verifica.
Inserire gradualmente cose nuove.
Le cose da non fare:
- far leggere a voce alta;
– ridicolizzarlo, o umiliarlo dicendogli che può essere bocciato;
– correggere tutti gli errori;
– dare liste di cose da imparare a memoria;
– farlo copiare dalla lavagna;
– farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato;
– paragonarlo ad altri o dirgli che non studia abbastanza.
Per affrontare al meglio il problema della discalculia e altri disturbi specifici dell'apprendimento, è molto utile conseguire un Master DSA, che consente di avere tutti gli strumenti adeguati per la didattica con gli alunni che sono caratterizzati da disturbi specifici di apprendimento.
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