Sta per essere approvata una proposta di legge per insegnare i dialetti piemontesi a scuola.
La proposta è stata firmata da tutti i componenti della maggioranza della Regione guidata da Alberto Cirio.
Oltre alle classiche lingue di insegnamento, quindi, ci saranno delle ore facoltative dedicate ad imparare i dialetti locali.
L'idea viene dal consigliere regionale leghista Andrea Cane, che così dichiara: “Non ho dubbi che le lingue straniere debbano essere studiate e mi auguro che vengano anche aumentate le ore d’insegnamento perché oggi non si può pensare di non sapere l’inglese o altro ma la mia proposta non lede assolutamente questo principio. Vogliamo pensare all’origine dei nostri territori, della nostra cultura dando la possibilità ai giovani di preservare le proprie origini. Guardare alle tradizioni, al passato, a ciò che fa di noi quello che siamo è importante e necessario”.
Cane è anche consigliere comunale di Ingria, ovvero il paese più leghista d’Italia (il 44% dei suoi 43 abitanti ha votato Matteo Salvini alle ultime elezioni), e vorrebbe che gli studenti di ogni paese sappiano parlare anche la lingua dialettale: “I giovani stanno perdendo l’uso dell’idioma tradizionale. In Valle Soana, dove vivo, a scuola c’è l’insegnamento del dialetto. Da qui l’idea di estendere questa pratica in tutta la regione soprattutto nelle città più grandi dove sono sempre meno le persone che conoscono le lingue locali”.
Dopo che la proposta di legge sarà arrivata in aula, sarà una commissione composta da membri degli atenei e degli enti locali a definirne le linee guida. L’ idea è condivisa dall’assessorato alla cultura e dall’assessora all’Istruzione Elena Chiorino; ha però anche già creato delle polemiche.
L’assessora Chiorino spiega al sito FattoQuotidiano.it : “Si tratta di un’azione che va nell’ottica della valorizzazione dei territori ed è un processo culturale. Non a caso è passata attraverso la commissione ad hoc. Accanto a questa proposta, il mio assessorato, nei giorni scorsi ha presentato il potenziamento della nostra offerta formativa con la reintroduzione facoltativa del latino a scuola e il rafforzamento dello studio dell’italiano. Ho fatto questa scelta per prevenire errori grammaticali che sono ormai diventati patrimonio comune e che si leggono persino sui giornali. In Italia l’uso del congiuntivo sembra ormai essere diventato obsoleto. Non possiamo permettercelo”.