Nel panorama scolastico italiano la complessità delle classi è sempre più evidente.
L'area dello svantaggio scolastico, che comprende questioni diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei la denominazione è "Special Educational Needs").
Nei BES vi sono comprese tre grandi sottocategorie:
quella della disabilità (L. 104/1992);
quella dei disturbi evolutivi specifici (da distinguere in DSA/deficit del linguaggio, delle abilità non verbali della coordinazione motoria, disturbo dell’attenzione e dell’iperattività);
quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.
Il Bisogno Educativo Speciale raffigura qualsivoglia difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo o di apprendimento che richiede una educazione speciale personalizzata e finalizzata all’inclusione.
Dalla direttiva del 27 dicembre 2012: “… ogni alunno, in continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.
Esistono numerose tipologie di bisogno educativo speciale se ci si riferisce ad uno straniero tipo:
alunno NAI (si intendono gli alunni stranieri immessi per la prima volta nel nostro sistema scolastico nell’anno scolastico in corso o in quello precedente);
alunno straniero giunto in Italia nell’ultimo triennio (si intendono gli alunni che hanno superato la prima alfabetizzazione ma ancora non hanno raggiunto quelle competenze nella lingua italiana tali da poter affrontare le materie di studio);
alunno straniero che pur essendo in Italia da più anni – oltre il triennio- trova ancora difficoltà nella lingua italiana ed in particolare in quella dello studio;
alunno straniero con età anagrafica non corrispondente alla classe d’inserimento, causa ripetenza o inserimento in una classe “inferiore” in accordo con la famiglia.
Il Piano Didattico Personalizzato deve quindi contenere tutte quelle caratteristiche che determinano lo svantaggio sociolinguistico su cui poi è necessario operare. Ne alleghiamo uno in uso all’Istituto di Istruzione Superiore Santoni di Pisa diretto dal dirigente scolastico Prof. Maurizio Berni (fonte: Orizzonte Scuola).