Ogni anno lo Stato ha bisogno di 80 mila docenti supplenti su posti di sostegno senza specializzazione, ma allo stesso tempo il Ministero non va oltre il bando di soli 20 mila posti al TFA universitario. A sollevare la questione sono i sindacati, in particolare Marcello Pacifico di Anief.
“C’è una cosa che non comprendiamo: se ogni anno lo Stato chiama 80 mila docenti supplenti su posti di sostegno senza specializzazione, perché il Ministero bandisce soli 20 mila posti al TFA universitario? Perché non dare la possibilità di specializzarsi, visto che i posti che servirebbero sono di numero maggiore e aumentano sempre più gli studenti che necessitano del sostegno?”, questa è una domanda cruciale che si pone Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief.
Pacifico ha affermato ancora che “è assurdo tarare il numero programmato dei corsi specializzanti nel sostegno sulla base delle disponibilità delle università e non invece alle effettive necessità delle scuole.
I numeri ufficiali infatti confermano l’altissimo numero di cattedre di sostegno assegnate ai supplenti, molti dei quali pure non specializzati nella didattica speciale: i dati sono contenuti nel Report annuale del ministero dell'Istruzione e si riferiscono all’inizio dell’anno scolastico 2021-22.
Lo studio evidenzia che permangono delle differenze regionali notevoli: Lombardia e Sicilia detengono il record di cattedre di sostegno.
Il Miur, per supplire alla cronica carenza di insegnanti, si ritrova costretto a convocare anche supplenti non specializzati, tramite graduatorie GPS o tramite domanda di messa a disposizione.
In caso di convocazioni di docenti non specializzati, le scuole preferiscono sempre convocare i docenti che hanno comunque una formazione affine nel curriculum, ad esempio quelli che hanno un master BES o master DSA.