In Italia gli alunni con disabilità rappresentano il 3,6% degli iscritti a scuola, in base ai dati rilasciati dall'istituto di statistica, relativi all’anno scolastico 2020/21.
Si tratta di oltre 300mila bambini e ragazzi, un numero in costante crescita negli ultimi anni: erano il 2,7% degli studenti nel 2014/15 mentre oggi si avvicinano alla soglia del 4%.
Tale crescita nel tempo testimonia anche l'impegno verso una maggiore inclusione da parte del sistema educativo. Da un lato sono oggi più frequenti le diagnosi di disabilità, dall'altro anche la risposta delle istituzioni educative viene sollecitata.
La sfida per la scuola e per tutta la comunità educante è quindi riuscire a includere nel percorso scolastico ragazze e ragazzi disabili, portatori di bisogni educativi specifici che variano in base alla loro condizione.
I dati degli ultimi anni mostrano una crescita dei disturbi dello sviluppo (dal 17% degli studenti con disabilità nel 2013/14 a 26,4% del 2018/19) e di quelli dell'attenzione e comportamentali (vicini al 20%).
Rispondere alle necessità di bambini e ragazzi con disabilità comporta quindi una serie di politiche diverse. A partire dalla trasformazione dell'edilizia scolastica, seguendo l'approccio del design universale. Si tratta del principio per cui già in fase di progettazione edifici, spazi e arredi vengono pensati per la fruibilità da parte di tutti.
Un'altra questione cruciale è inoltre quella del diritto alla mobilità e della disponibilità di trasporti dedicati. Un tema che è strettamente connesso a quello del diritto all'autonomia dei disabili: solo il 42,4% gli edifici scolastici statali che dispongono di un servizio di trasporto dedicato agli alunni con disabilità.
Accanto a quelli citati, uno degli aspetti imprescindibili per la piena inclusione scolastica è la presenza di assistenti all'autonomia e di insegnanti di sostegno, figure professionali dedicate al supporto nella didattica e nella comunicazione con gli insegnanti e i compagni di classe.
Attraverso i dati, approfondiamo perché la loro presenza è così importante e quanto varia sul territorio nazionale.
I docenti di sostegno sono il vero e proprio fulcro del percorso di inclusione. Vengono assegnati alla classe dell'alunno disabile e, insieme agli altri insegnanti, elaborano la programmazione didattica per l'allievo e per la classe. Un compito delicato per cui la legge 244/2007 ha stabilito un numero minimo da garantire nelle scuole.
Gli insegnanti di sostegno sono 191mila, un dato in crescita di circa 8mila docenti rispetto all'anno scolastico precedente.
Il fenomeno incide meno nel mezzogiorno, dove comunque rappresenta il 19,7% dei docenti di sostegno.
Altro aspetto di rilievo è la percentuale di insegnanti assegnati in ritardo: una quota che supera un insegnante su 4 in Liguria (33,6%), Lombardia (28,9%), Lazio (27,6%), Veneto (25,7%), Umbria (25,6%) e Sardegna (25,4%).
Quella dell'assistente all'autonomia e alla comunicazione è una figura professionale altrettanto importante. Il suo ruolo è coadiuvare l'attività dell'insegnante di sostegno, in particolare nelle relazioni tra il bambino e i compagni di classe e nella partecipazione alle attività della scuola.
Un compito essenziale per lo sviluppo del minore, della sua socialità e del diritto all'autonomia, la cui erogazione, come previsto dalla legge 104/1992, è in capo agli enti locali.