Nella recente riedizione, a maggio 2018, delle "Nuove competenze chiave per l'apprendimento permanente del Consiglio dell'Unione Europea" vengono aggiornate le linee guida europee del 2006 sulle stesse tematiche; qui la competenza digitale è definita una competenza di base di cittadinanza, allo stesso livello del leggere e dello scrivere.
Le tecnologie digitali infatti – si legge nel documento – “esercitano un impatto sull’istruzione, sulla formazione mediante lo sviluppo di ambienti di apprendimento più flessibili” ma “è necessario innalzare il livello di padronanza delle competenze di base (alfabetiche, matematiche e digitali) e sostenere lo sviluppo della capacità di “imparare a imparare”, quale presupposto costantemente migliore per apprendere e partecipare alla società in una prospettiva di apprendimento permanente”.
L'Italia ancora indietro sulle competenze digitali
Che l’Italia sia agli ultimi posti in Europa rispetto alla consapevolezza della necessità di possedere competenze digitali lo dimostra anche l’International Digital Economy and Society Index (DESI Index) del 2018 che ci colloca tra i paesi “a basso rendimento” (insieme a Slovacchia, Cipro, Croazia, Ungheria, Polonia, Bulgaria, Grecia e Romania) con una particolare menzione “disonorevole” rispetto alla formazione digitale del “capitale umano” che attribuisce all’Italia il punteggio di 40.8 a fronte della media europea di 56.5, molto lontano dal 70.4 della Danimarca, facendo retrocedere il nostro Paese dal 24° posto al 25°posto della classifica.
L'uso del cellulare a scuola
Non sono ancora operative le linee guida per l’uso del cellulare in classe realizzate tra il 2017 e il 2018 dalla Commissione nominata dall’ ex-Ministro Fedeli e mentre in Francia l’uso del cellulare sarà molto ragionevolmente vietato per quanto riguarda chiamate e altri utilizzi ma sarà permesso per tutti gli usi didattici e pedagogici, in Italia, in attesa delle norme applicative Linee guida della Commissione Fedeli, è ancora del tutto vietato dalla circolare del 2007 dell’allora Ministro Fioroni, quando ancora non esistevano gli smartphone.
Allineare la scuola e i docenti ai nuovi stili di apprendimento
È necessario colmare il digital divide della scuola italiana e superare anche la diffidenze, le ritrosie e le incomprensioni culturali che hanno caratterizzato anche l’applicazione del Piano Nazionale Scuola Digitale e delle sue differenti azioni.
Bisogna evitare di rendere il nostro sistema scolastico del tutto inadatto ai nuovi stili di apprendimento sviluppati dai più giovani che interagiscono con la tecnologia. Una recente ricerca di Ipsos per Save the Children dimostra come il 97% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni possiede un dispositivo (smartphone per lo più) connesso a internet.
L'adeguamento dei docenti alle nuove esigenze digitali
Una buona parte del progresso necessario ad attuare una scuola digitale è in mano ai docenti.
Per la scuola, molti input sono stati lanciati in questo senso: dal Piano Nazionale Scuola Digitale al Piano per la formazione dei docenti 2016 -2019, e la copiosa erogazione fondi PON per bandi specifici volti a colmare il digital divide della scuola italiana. Ma molti dirigenti scolastici guardano ancora con sospetto l’integrazione a sistema delle metodologie e delle pratiche della didattica digitale.
Ora tocca ai docenti aggiornarsi con corsi di formazione e aggiornamento.
Ai corsi di informatica viene anche attribuito un punteggio per l'aggiornamento delle graduatorie in seconda e terza fascia. In questo modo è pertanto riconosciuto il valore formativo delle certificazioni informatiche.
Soloformazione.it propone diversi tipi di certificazioni informatiche Eipass e riconosciute dal Miur. È possibile anche aderire alla promozione “Protagonista della scuola digitale” con la quale si possono acquistare due corsi Eipass, tra cui LIM o Tablet, con uno sconto di 100 euro e due libri in omaggio.